Foto Oscar

lunedì 24 gennaio 2011

OSCAR E LA CACCIA NOTTURNA

Oohhh che sonno, devo proprio fare la nanna, mi son fatto una scorpacciata di crocchette, le umane hanno scaldato la tana, la casa è a posto e controllata, tutto è pace e quiete, posso dormire il sonno dei giusti... ops, saltino in mezzo alle umane, testa sul cuscino dell’umana del cibo, zampe contro l‘umana della lettiera, ora posso davvero concedermi il sonno tanto meritato...

Poco dopo...
Cos’era quel rumore! Cosa mi ha svegliato dal mio sonno!? Sento grattare... e zampette! Maledetti topolini! Ora mi muovo piano e silenzioso come una pantera e nascosto dal buio mi avvicino alla fonte del rumore. Scivolo giù dal letto silenzioso come una piuma e mi fermo un secondo ad ascoltare se il rumore del roditore continua... ebbene si, il maledetto sta pranzando con le mie crocchette, ma io silenzioso e sfuggente come un’ombra, rasente il muro, mi avvicino alla stanza del cibo, arrivato all’angolo mi fermo un secondo poi con estrema cautela e calma inizio a sporgere oltre l’angolo con un occhio solo tanto per non farmi scorgere dal roditore, ora so che è un roditore, posso sentirne la puzza inconfondibile...
Lo vedo, è occupato ad ingozzarsi delle mie crocchette e mi da le spalle, piccolo sfrontato grigio demonio animale, incurante della presenza di un felino nella casa osa ingozzarsi proprio delle mie crocchette... sarà proprio questa tua ingordigia unita all’imprudenza che ti ha portato a sfidare il padrone di casa ad essere la tua fine!
Riprendo a muovermi lentamente, pochi passi alla volta alla ricerca dell’ombra, silenzioso come solo un predatore sa fare, vedo le sue vibrisse muoversi alla ricerca di pericolo ma nonostante tutto ignare della tragedia che sta per incombere, si ferma un secondo annusando l’aria, le orecchie si muovono, io mi blocco all’istante, un’ombra nera all’interno del buio della note, poi lui riprende il pasto incurante di me, bene... ancora due passi poi mi fermo... tre passi veloci e sono quasi su di lui... si riferma, il naso fremente sembra suggerirgli qualcosa, vedo le orecchie muoversi nella mia direzione, io trattengo il fiato, mi accuccio, sedere verso l’alto, zampe davanti pronte per la spinta, il mio corpo diventa un molla pronto a scattare, con la coda tengo questa macchina di morte che siamo noi felino in perfetto equilibrio, poi lo vedo girarsi, per un attimo guarda nella mia direzione senza mettere bene a fuoco poi vedo il riflesso dei miei occhi nei suoi, è il segnale, il mio corpo scatta, allungo le zampe davanti, estraggo gli artigli, sento la sua pelle cercare di resistere e poi, infine, cedere. Lo accolgo nel mio abbraccio di morte portandolo alla bocca, faccio le fusa per calmarlo perché sebbene sia il mio nemico, io rispetto ed onoro i miei nemici, poi le mie fauci spalancate si chiudono sul suo collo e lo scrollo, una morte veloce, indolore ed onorevole, io non gioco con le mie prede, per giocare ci sono gli umani, la caccia è una cosa seria non un divertimento.
La vendetta è stata consumata, giustizia è fatta, ora porto il topolino dalla tana delle umane e lo metto lì proprio dentro quelle cose puzzolenti in cui loro mettono le zampe per camminare così domani mattina quando si alzeranno avranno la colazione pronto e vedranno a cosa serve avere un felino in casa. Rifaccio il giro della casa ancora una volta tanto per essere sicuro da bravo guardiano protettore di queste umane, non sia mai detto che nel mio territorio ci siano roditori non desiderati.
Arrivo in camera da letto e faccio per saltare sul lettone quando mi accorgo che le zampe sono ancora sporche di sangue, inizio a farmi il mio bagnetto quando mi rendo conto di essere davvero stanco, ho bisogno di un sonno ristoratore, adesso...
Cedo alla tentazione e sicuro che alla fine sono sempre più veloce degli umani, cerco la zip sotto al collo, la apro ed esco dalla mia pelliccia sporca, rabbrividisco al fresco della notte, grazie a Bastet per avermi dato queste umane così calde... tutto nudo e rosa come un umano salto sul letto lasciando la pelliccia attaccata alla sedia come fanno gli umani, avrò tempo al mio risveglio per lavarla, poi accoccolo vicino alle mie umane preferite facendo le fusa...

Poco dopo...
L’umana va al bagno... ho troppo sonno per accompagnarla... rimango qui... che fresco che fa però quando si allontana... ooohhhh miaaaa BBBasssteettttt!!!!!! Sono nudoooooo!!!!!!!!!!!!
Veloce salto giù dal letto sperando che l’umana non si accorga di nulla, il contatto con il pavimento mi da i brividi, la mia pelliccia è vicina ma sempre troppo lontana, corro verso di lei, la prendo al volo e ci salto dentro, lotto con la coda che ha sempre difficoltà ad entrare poi infilo prima le zampe posteriori poi le zampe anteriori, rimango agganciato con un artiglio, sento l’umana che tira l’acqua e viene verso di me, sfilo la zampa liberando l’artiglio e rinfilo la manica, con un movimento fluido e veloce agguanto il cappuccino e lo calo sulla testa, vedo l’umana oramai a pochi metri da me, sperando di non essere stato visto grazie al buio, mi sposto dietro al letto poi tiro velocemente su la zip lungo la pancia, oramai l’umana è su di me, mi s’incastra la zip nel pelo, provo a coprire come posso la mia pancia rosea e nuda agli occhi dell’umana, questo segreto felino deve rimanere un segreto per tutti, se l’umana mi dovesse scoprire, dovrei fare una strage...

Umana: OSCARRR!!!! MA COSA FAI OSCARRRR!!!!!
Oscar: NNoooooo!!!! Mi ha scoperto! Ha scoperto che noi felini ci togliamo la pelliccia! Ha scoperto che abbiamo la zip sulla pancia!!!!! Nnoooooo!!!!!!!!!

Umana: OOSSCCARRRRR!!!!
Oscar: Umana... quanto mi spiace... per quello che sto per fare...

Umana: OOSCCCARRRRR!!!!! AAHHIIIIAAA mi fai maleeee!!!!!
Mi spiace umana... ma cosa?...

Umana: OOSSSSCCAAAARRR svegliati che stavi sognando! Mollami la mano! Guarda che ti metto a dormire da solo nella stanzetta sai! Brutto! Ma sei scemo? Mi fai male!
Oscar: o per Bastet! È stato solo un incubo! Era un incubo! La zip... nella mia pelliccia... non c’è! Non ho la zip! Fammi controllare! Non ! La zip non c’è! Scusa umana, poi ti spiego... ho bisogno di un attimo da solo... sono sull’orlo di una tragedia... sto umanizzandomi... scusa...

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