venerdì 4 aprile 2008
Oggi niente Oscar
Oggi vorrei scrivere due righe non su di Oscar ma su di una gatta randagia ed il suo cucciolino. Un’incontro fortuito capitatomi proprio ieri sera a Trieste poco dopo una piacevolissima cena con alcuni miei familiari. Stavo tornando verso la mia macchina passeggiando in una di quelle strette strade tipiche italiane quando vedo spuntare da sotto un’automobile, poco più avanti a me, la testa di un gatto. Sporge la testolina bianca e nera da sotto un’utilitaria parcheggiata, guarda a destra ed a sinistra, mi vede e si ferma ad osservarmi. Io la vedo e mi fermo a mia volta in modo da permetterle di attraversare la strada in tranquillità ma lei decide che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio ed aspetta che io mi rimetta in cammino e la sorpassi. La scena mi fa sorridere, penso a cosa avrebbe fatto Oscar in simili condizioni ed il pensiero del mio gatto solo a casa mi fa accelerare il passo. Mentre cammino mi volto a guardare la gatta e la vedo in mezzo alla stradina che guarda sotto l’utilitaria, non sembra minimamente disturbata dal fatto che io mi sia rifermato ormai intanto sono ben distante. Rimane ferma lì qualche istante poi ci ripensa e torna sotto l’auto per spuntarne qualche momento dopo con un frugoletto tra i denti, guarda se arrivano macchine ed attraversa diligente. Mi ha fatto una tenerezza incredibile, l’amore e la delicatezza in quei pochi gesti e lo sguardo orgoglioso del proprio cucciolo che riservava al micetto tra le sue gambe. Dopo aver portato il cucciolo dall’altra parte lo annusa e lo lecca un attimo sulla testa poi velocemente riattraversa e ritorna sotto l’auto. A quel punto siamo un pò di persone a guardare la scena, tutti con il sorriso complice, tutti curiosi ma anche attenti a non disturbarla. La gatta rispunta da sotto l’auto portando tra i denti un altro piccolino, guarda velocemente la strada ed attraversa. A questo punto un’auto spunta da dietro l’angolo ed in un secondo la travolge, lei ed il suo fardello. La scena sembra al rallentatore con tutti noi spettatori che desideriamo non sia vera, con tutti noi che vogliamo vederla alzarsi e continuare il suo compito.# La macchina, probabilmente inconsapevole della tragedia appena causata, continua la sua corsa mentre tutti noi rimaniamo fermi, imbambolati a vedere, a cercare il lieto fine di una brutta storia. Vediamo la gatta muoversi verso il marciapiede dove si trova il suo primo cucciolo, quello che aveva tra i denti non si muove, sembra il peluche perso da un bimbo distratto. La gatta si muove lentamente, zoppicando verso il marciapiede, si vede che è ridotta male, il piccolo le va incontro, lei si accascia di fianco al marciapiede e lo guarda con occhi dolci e tristi. Il micetto la chiama, si porta vicino alla madre, lei cerca di alzarsi poi gli da una piccola musata, una leccatina stentata e cade su di un fianco in posizione fetale con le zampine piegate verso il corpo come quando Oscar dormicchia sul divano. Il piccolo si sdraia di fianco a lei di guardia, noi ci avviciniamo e lui ci sfida e ci soffia, lei è la sua mamma e lui il suo guardiano. Un buffetto col muso ed una leccatina, un estremo atto d’amore di una mamma gatta al suo cucciolino nel suo ultimo istante di vita, il coraggio di un cucciolo di fronte all’incognita della vita ed il suo amore verso la sua mamma, due gesti che hanno meritato, secondo me, di essere raccontati e penso che per una volta Oscar non se ne avrà a male.
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